Ipogeo dei volumni !
Martina Russo
IPOGEO DEI VOLUMNI
Scoperta nel 1840, la tomba, uno dei più importanti monumenti dell’Etruria, fa parte della più vasta necropoli, detta del Palazzone, ora parco archeologico. Nel suo ambito è collocato l'antiquarium.
L’Ipogeo dei Volumni, scavato in profondità nel terreno e al quale si accede da una ripida scalinata, ripropone la struttura architettonica di una casa romana. Il nome della famiglia Velimna (Volumni in latino) è desumibile dalle iscrizioni poste sulle urne cinerarie e da quella sullo stipite della porta di accesso, che ricorda i fratelli Velimna, fondatori della tomba. Articolata in più ambienti, con il soffitto di quello centrale che imita un tetto in legname a due spioventi e altri a cassettoni con teste di Medusa scolpite, la tomba custodisce magnifiche urne cinerarie con teste di Medusa; quella di Arunte, notevolissima, consiste in un letto adorno di drappi, sul quale riposa il defunto nella tipica posizione recumbente. Ai lati del basamento, due demoni alati, dall'aspetto giovanile, vigilano la porta di accesso all'Ade raffigurata in pittura. La datazione del sepolcro è situabile nella seconda metà del II sec. a.C.
La tomba, appartenente alla ricca famiglia dei Velimna-Volumni, riproduce la pianta canonica di una casa romana e la sua struttura architettonica, articolata in dieci ambienti. Scavata nel terreno naturale ha accesso da una lunga scala, sistemata in età moderna; la porta è formata da architrave, stipiti e lastrone di chiusura in travertino. Sullo stipite destro corre su tre righe l’iscrizione verticale in etrusco, relativa alla costruzione della tomba.