Natale con Co.P.E.
Tante idee per un Natale solidale
La scorsa notte, sfogliando il mio archivio personale, mi è capitato tra le mani quello scritto di esattamente 10 anni fa, di cui riporto solo un trafiletto: ”se guardiamo rapidamente a ciò che ha contraddistinto questo 2005, esso non può che preoccuparci. Un panorama mondiale caratterizzato ancora da guerre, e non solo quella in Iraq. Molti i paesi dove quotidianamente vengono combattute guerre ormai dimenticate, atti di terrorismo internazionale sempre più diffusi che arrivano a coinvolgere anche i bambini. Per non parlare poi dalla poca coerenza da parte di molti governi che se da un lato promettono certi impegni definendoli pomposamente come 'obiettivi del millennio' dall’altro non mantengono, anzi... Basta dare un rapido sguardo a ciò che viene destinato ai paesi in via di sviluppo, o alle cosiddette 'barriere commerciali' che regolano il mercato mondiale”.
Se sostituissimo 2005 con 2015, non ci accorgeremmo di nessuna differenza, anzi: cosa è cambiato in questo ultimo decennio? A giudicare dallo scenario internazionale, il panorama è divenuto ancora più difficile e inquietante, e l’allarmante aumento dei grandi flussi migratori ne è una chiara testimonianza. Interi popoli o parte di essi, fuggono da fame, violenza, guerre, e troppo spesso diventando facili vittime di trafficanti internazionali di esseri umani che senza scrupoli e con la complicità di pseudo governi locali si arricchiscono.
Il Sud del mondo continua a bussare alle nostre porte e non chiede elemosina: chiede giustizia, dignità. In questo scenario, diventa importante il lavoro delle ONG che devono impostare le politiche di sviluppo andando oltre la dimensione progettuale. Occorre privilegiare il confronto, il dialogo tra i popoli, occorre mettere in primo piano lo sviluppo integrale dell’uomo.
La cooperazione non è più contenitore di speranza, ma uno strumento che serva alle popolazioni a riscoprire le proprie risorse perché essi diventino artefici del proprio sviluppo.
“Pace a voi!” «La pace, soprattutto in queste settimane, permane come il desiderio di tante popolazioni che subiscono la violenza inaudita della discriminazione e della morte, solo perché di fede cristiana. La nostra preghiera si fa ancora più intensa e diventa un grido di aiuto al Padre ricco di Misericordia, perché sostenga la fede di tanti fratelli e sorelle che sono nel dolore, mentre chiediamo di convertire i nostri cuori per passare dall’indifferenza alla compassione».
Questo non è «tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale». È un’epoca «per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato.
A cinquant'anni dalla chiusura del Vaticano II si è aperto il Giubileo della Misericordia, un’occasione per recuperare il legame sociale e della solidarietà alla luce dell’esperienza della salvezza.
Questa attenzione prioritaria al grido del povero nel lessico di papa Francesco assume il nome di solidarietà. Di fronte alle insidie della società liquida, la misericordia è la strada per costruire qualcosa di autenticamente solido (la radice di solidarietà). Misericordia e solidarietà non possono allora risolversi in «qualche atto sporadico di generosità» (EG, n. 188), ma diventano la forza strutturante di «una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni» (ivi) e aprono le strutture al cambiamento: «Queste convinzioni e pratiche di solidarietà, quando si fanno carne, aprono la strada ad altre trasformazioni strutturali e le rendono possibili» (EG, n. 189). Ma ancora di più: misericordia e solidarietà sono la base di quel rinnovamento continuo di «convinzioni e atteggiamenti» (ivi) che scongiura la sclerosi di ogni struttura.
«A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace». La richiesta di papa Francesco arriva - in apertura (straordinaria) della prima porta santa del Giubileo della Misericordia - dalla cattedrale di Bangui, una delle periferie più povere del mondo. Ed è con le sue parole che vogliamo augurare a tutti i soci che questo Natale possa far germogliare questi semi di giustizia a cui fa riferimento il Santo Padre, e che tutti noi possiamo portarli ovunque, diventando contenitori di speranza ma anche protagonisti del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Michele Giongrandi
Calendario 2016
Il Calendario 2016 CoPE, bello, colorato, con uno sguardo attento alla sostenibilità ambientale dei nostri progetti e un design allegro: quest’anno abbiamo voluto inserire anche alcune tra le principali festività sacre delle religioni dal mondo, per ricordare l’importanza del dialogo, dell’integrazione e della convivenza pacifica tra culture!
Potete trovarlo nella nostra sede in via Crociferi 38 a Catania e ai nostri banchetti solidali in giro per Catania: per sapere sempre dove e quando trovarci, date un’occhiata alla sezione “Eventi in corso” del nostro sito e seguite la nostra pagina Facebook.
Il Calendario 2016 CoPE è una fantastica idea regalo e un modo utile e solidale per sostenere, con una piccola donazione, i nostri progetti in Tanzania, Madagascar, Guinea Bissau e Perù, perfetto da abbinare ai nostri gadget di artigianato dal mondo...
Un pacco regalo personalizzato per te!
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