Fragonard, Delacroix e Ingres
Fragonard
I modelli sono uomini e donne vestiti con raffinatezza, tutti a mezzo busto e nella medesima scala, al di là di un parapetto di pietra che sembra richiamare il ritratto al balcone di origine quattrocentesca. Incurante della verosimiglianza e del dettaglio, Fragonard traccia rapide pennellate che ricordano Rubens e i veneziani, usa luminosi tocchi di bianco e colori brillanti, spesso con la dominante del giallo, e rifinisce con la punta di legno del pennello qualche piega degli alti collari.
Alcune di queste tele saranno esposte a Parigi nel 1860 alla Galerie Martinet e descritte dai Goncourt:"Gli bastava un'ora per abbozzare così fieramente quei ritratti; la rapidità, checchè si dica, ha i suoi meriti e M. de la Breteche non sarebbe venuto meglio in venti sedute."
Sarà l'Impressionismo e l'affermarsi della pittura pura, in cui il soggetto è un pretesto, a rivalutare le anticipazioni di questi ritratti.
Ritratto di Diderot, 1769
La lettrice, 1776
Jean-Claude Richard de Saint-Non
Delacroix
Delacroix dipinse numerosi autoritratti e un certo numero di ritratti che sembrano essere stati realizzati per puro piacere, tra i quali quello del barone Schwiter, un piccolo olio che ritrae il violinista Niccolò Paganini e un doppio ritratto dei suoi due amici, il compositore Fryderyk Chopin e la scrittrice George Sand; il quadro fu tagliato in due dopo la sua morte ma i due ritratti sopravvivono singolarmente.
Aline, la donna mulatta, 1826
Van Gogh
Monsieur Frederic Villot, 1832
Leon Riesener, 1834
Ingres
La sorprendente galleria di ritratti, estremamente realistici, che Ingres ci ha lasciato, è un vero e proprio specchio della società borghese del suo tempo, della quale il pittore esalta pregi e virtù, grazie alla precisione del suo disegno. Il suo apporto alla storia della pittura fu di estrema importanza, anche perché inserì il concetto nuovo di "arte per l'arte", dando ad essa una valore assoluto e ponendola al primo posto davanti a tutto. È infatti singolare che, dal massimo esponente del neoclassicismo, sia venuto uno dei principi che informeranno la pittura moderna e contemporanea.
Contessa d'Haussonville, 1845
Il ritratto nel suo insieme recupera la brillantezza e la vivacità di alcuni dei dipinti realizzati da Ingres nel primo decennio dell'Ottocento. Così, dietro alle spalle della giovane contessa è situato uno specchio che riflette l'immagine della sua bella testa acconciata; ma è soprattutto quell'aria enigmatica che utilizza Ingres per cercare di creare un'immagine ideale della femminilità.
Madame Duvaucay, 1807
Ritratto di Louis-Francois Bertin, 1832
Nel suo ritratto Ingres seppe mettere in luce il carattere combattivo dell'uomo, caratteristica che ben si adattava a rappresentare la forza della nuova borghesia degli affari, lanciata in quegli anni alla conquista del potere sia politico che finanziario.
Nonostante l'entusiasmo di Ingres il dipinto non riscosse grande successo: l'atteggiamento informale di Bertin suscitò scalpore presso i contemporanei.