Il mio giardino segreto
Nessuno è solo - volume - 19 -
Questo è il diciannovesimo appuntamento dedicato alla quarantena e come affrontarla al meglio.
I precedenti articoli
Qui potete trovare le indicazioni generali sulle emozioni di adulti e bambini durante l'isolamento.
"Piccole storie di Grande bellezza" - un racconto condiviso
#pronti?via! - le attività per allenare i bimbi che entreranno alla scuola primaria
RACCOLTE PRECEDENTI "TEMPI DURI"
Capitolo 1 - dedicato agli adulti (volumi 1-4)
Capitolo 2 - dedicato ai bambini (volumi 5-8)
Capitolo 3- dedicato agli adulti (volumi 9-12)
Capitolo 4- dedicato ai bambini (volumi 13-16)
nessuno è solo - volume 17 - dott.ssa Fusi
nessuno è solo - volume 18 - Ialria Odinelli
Nessuno è solo - volume 19 - con:
Accettare le proprie emozioni
La mindfulness è una tecnica di origine orientale che, attraverso varie forme di meditazione, consente di osservare la nostra esperienza e il nostro dolore, senza lasciarci sopraffare da esso.
In questo preciso momento storico, caratterizzato da ansia, paura, preoccupazione, dolore, lutto, in cui ci sentiamo privati della nostra libertà, costretti a rivedere le nostre vite, a trovare risposte alle domande dei nostri figli senza essere pronti a darle… acquista un significato ancora più importante il riuscire a trovare uno spazio per noi, in cui guardare in faccia le nostre emozioni e, in modo non giudicante, potercene prendere cura.
Il primo a rendersi conto dei benefici della mindfulness, tanto da inserirli nei protocolli di medicina comportamentale, fu il professor Jon Kabat-Zinn, fondatore e direttore della Stress Reduction Clinic (Massachussetts, 1979). Kabat-Zinn, nel 2003, definisce la mindfulness come “Porre attenzione in modo particolare: intenzionalmente, al momento presente, in modo non giudicante, non critico e di accettazione”.
Con la parola accettazione non si intende il lasciare passivamente che le cose accadano senza poter fare niente; si tratta piuttosto di un’accettazione esperienziale, ossia lo “stare” nelle nostre emozioni e impegnarci a vivere il momento presente sotto l’attenta guida dei nostri valori.
In questo articolo proveremo insieme a praticare alcuni semplici esercizi. Vi chiedo pertanto di indossare un abbigliamento comodo, sistemarvi in un posto tranquillo e disporvi con atteggiamento di ascolto e curiosità. Potete svolgere questi esercizi in riservatezza o insieme ad altre persone, bambini inclusi.
Esercizio 1: Inspirando… Espirando…
Durata: dai 5-10+minuti
Materiali: Un luogo tranquillo con una sedia/poltrona o uno stuoino
Quando pensiamo che respiriamo, oggi più che mai, pensiamo che siamo vivi. Per questo nel primo esercizio sperimenteremo il mettere in pausa la nostra vita per concentrarci ad osservare il nostro respiro.
- Trovate una posizione comoda, potete stendervi su uno stuoino o sedere ben dritti su una sedia/poltrona. Cercate di mantenere una posizione di confort, ma, al contempo, anche di vigilanza e presenza.
- Iniziate a respirare con il diaframma e quando ve la sentite, molto dolcemente, lasciate che gli occhi si chiudano.
- Portate la vostra attenzione sul respiro, mantenete la consapevolezza delle sensazioni che accompagnano il respiro momento per momento. Non cercate di manipolare il vostro respiro rendendolo più profondo o magari più rilassato, semplicemente limitatevi ad osservarlo così com’è, un respiro unico e diverso da tutti gli altri. Prestate attenzione all’aria fresca che entra, scende nella gola, nei polmoni, nella pancia, si riscalda e poi lentamente ripercorre il cammino inverso ed esce. Osservate le sensazioni della respirazione e i suoi mutamenti.
Cercate di effettuare almeno una decina di respiri consapevoli, poi, quando ve la sentite, molto delicatamente tornate a prendere contatto con l’ambiente che vi circonda e, sempre dolcemente, ad aprire gli occhi.
Esercizio 2: Walking Meditation… piccoli passi di consapevolezza
Durata: dai 5-10+ minuti
Materiali: Un luogo tranquillo in cui si possano fare due passi (anche all’interno di una piccola stanza)
Nelle nostre vite noi camminiamo continuamente e, generalmente lo facciamo in modo frettoloso, quasi correndo. Spesso questo gesto ci sembra così comune da non renderci quasi conto che stiamo camminando. In questo difficile periodo, invece, spesso, molti di noi, soffrono per l’impossibilità di muoversi e la vecchia abitudine di camminare diventa quasi un sogno proibito. Con questo semplice esercizio possiamo sfruttare il nostro cammino per trasformare le nostre vecchie e frettolose impronte di ansia in nuove e serene impronte di pace e consapevolezza.
Walking Meditation significa gustare la camminata, lunga o breve che sia, perché si cammina non per arrivare, ma, semplicemente, per il puro gusto di farlo.
- Iniziate a muovervi per l’ambiente e, gentilmente, spostate la vostra attenzione sull’esperienza del camminare nel momento in cui lo state facendo. Camminate tranquillamente, con calma e dignità, cercando di mantenere una postura eretta.
- Accompagnate la camminata al vostro respiro: inspirate mentre sollevate il tallone ed espirate mentre tornate ad appoggiarlo. Mantenete gli occhi aperti, ma non lasciate che la vostra attenzione venga attratta da ciò che vi circonda. Tuttavia, se ciò dovesse capitare, semplicemente riconoscetelo e gentilmente tornate a concentrarvi sul vostro cammino.
- Non focalizzatevi sui pensieri, ma sulle sensazioni: se l’attenzione si allontana dai piedi, o dalle gambe o dalla sensazione complessiva del corpo che cammina, non importa quante volte questo accada, semplicemente tornate a riportarla sui vostri passi.
Esercizio 3: Mindful Eating… nutrimento di significatività
Durata: dai 5-10+ minuti
Materiali: Un pasto tranquillo da soli o in condivisione
Basta una passeggiata tra gli scaffali dei supermercati per comprendere che molti italiani hanno deciso di trascorrere questo periodo di isolamento dedicandosi ad una tradizione a noi così cara: cucinare! E dopo il cucinare viene l’altra grandissima soddisfazione: il mangiare.
Bene, proviamo a rendere anche questo momento importante e significativo.
- Prepariamo apparecchiata la nostra tavola e riempiamo piatti e bicchieri. Sediamoci comodi e dritti sulla sedia. Osserviamo il contenuto del nostro piatto e proviamo ad ispezionarlo con curiosità. Facciamoci attrarre dalle forme, dai colori, dalla disposizione. Notiamo che effetto ha questa vista nel nostro corpo, in particolare nella nostra bocca. Quando la vista ha raccolto tutte le sue informazioni, facciamo un bel respiro e delicatamente proviamo a chiudere gli occhi.
- Lasciamoci ora solleticare dal profumo delle pietanze che abbiamo nel piatto. Cerchiamo si osservare con il naso e sentire ogni singolo odore: è dolce? Salato? Ha una punta di acido? È intenso o più delicato? Forse piccante?
- Ora, molto lentamente, proviamo ad assaggiare la nostra pietanza. Concentriamoci sulla consistenza e sul sapore che sentiamo in bocca. Cerchiamo di capire se ciò che stiamo mangiando è dolce, amaro, appiccicoso, duro, friabile, scioglibile, caldo, freddo… le sensazioni tattili e gustative che proviamo sono le stesse in ogni parte della nostra bocca? Le papille gustative presenti sulla punta della nostra lingua ci danno le stesse informazioni di quelle posizionate sulla parte posteriore, oppure sono diverse?
Cerchiamo di consumare almeno una portata del nostro pasto in questo modo consapevole. In alternativa, se ad esempio a casa non riusciamo a trovare le condizioni per sperimentare questo tipo di esercizio, possiamo comunque concederci una pausa consapevole in qualsiasi momento della nostra giornata, ad esempio con un frutto o un cioccolatino.
Concludiamo con un sorriso
Non attendiamoci chissà quale miracolo da questi esercizi, nulla di noi devono riuscire a cambiare, se non aiutarci, poco alla volta, a stare con noi stessi e con le nostre emozioni, qualunque esse siano!
Non dimentichiamo di prenderci un momento, ogni giorno, per sorridere a noi stessi, accettandoci così per come siamo. Un sorriso è una pratica molto semplice, ma racchiude in sé l’immenso potere di cambiare le carte in tavola circa la nostra visione del so-stare nel mondo.
Facciamo in modo che dopo tanta paura e lungo isolamento, questa ambita fase 2 sia ancora più significativa: sfruttiamola per assumerci responsabilità per noi stessi, riconoscere le nostre emozioni e il nostro bisogno dell’altro.
Cerchiamo quindi di annaffiare i semi buoni addestrandoci a vedere la bellezza nelle piccole cose che ci dona il momento presente. Smettiamo di giudicare, piuttosto impariamo a vedere ed esprimere le qualità nostre ed altrui. Deponiamo le armi dei conflitti per lasciare spazio alle risorse dell’altra persona. Ricordiamoci sempre che ogni cosa necessita di un nutrimento per poter sopravvivere: a noi spetta la decisione tra alimentare la sofferenza e alimentare la felicità.
"Vi auguro di concedervi il diritto di soffrire, ma la scelta di nutrire la felicità"
Lara rimane a disposizione per consigli, suggerimenti e indicazioni individuali!
Per prendere contatti: psy.astori@hotmail.it
Grazie a tutti, a presto.
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