Mi manchi.
Nessuno è solo - volume - 9 -
Questo è il nono appuntamento dedicato alla quarantena e come affrontarla al meglio.
I precedenti articoli
Qui potete trovare le indicazioni generali sulle emozioni di adulti e bambini durante l'isolamento.
A questo link trovate tutti i contributi della precedente raccolta "tempi duri" dedicata agli adulti.
[ volumi "nessuno è solo" da 1 a 4 ]
In questa pagina trovate tutti i contributi della precedente raccolta "tempi duri" dedicata ai bambini. [ volumi "nessuno è solo" da 5 a 8 ]
Nessuno è solo - volume 9 - con:
Emanuela è qui per aiutarci ad affrontare l'enorme sfida costituita dalla perdita degli affetti
La vita volge alla sua fine, ogni giorno, costante e indefessa la morte arriva tanto quanto arriva la nascita. Siamo tutti dentro a questo universale ciclo senza fine. Ne siamo consapevoli, fin da piccoli tocchiamo con mano il drammatico evento della perdita di una persona a noi cara. Il dolore è presente, talvolta enorme, ma ci viene chiesto di accoglierlo, affrontarlo e rielaborarlo lungo il percorso della nostra crescita, della nostra vita.
Aiutati dalle persone che ci amano e ci sostengono.
Noi ci tocchiamo.
Con che cosa? Con dei battiti d’ali.
Con le lontananze stesse ci tocchiamo.
Rainer Maria Rilke
Nessuno è pronto...
Pochissimi possono dire veramente di essere preparati a vivere il declino della vita e la sua fine, pochissimi hanno il desiderio di farlo. Siamo istintivamente impegnati a vivere e impregnati dalla voglia di vivere, al meglio e il più a lungo possibile. Come non potremmo esserlo d’altronde? Ma quando siamo chiamati a vivere in prima persona la sofferenza dei nostri cari e il distacco definitivo da loro, dobbiamo rispondere. In questa terribile situazione, ormai comune a quasi tutto il mondo, siamo chiamati a dar conto a ciò che non avremmo mai voluto vivere; con l’aggiunta di doverlo attraversare diversamente da come sappiamo si è sempre attraversato, senza i tradizionali e concreti punti di riferimento.
Distanti.
Ciò che vediamo accadere in questo momento difficilissimo è un aggravamento molto pesante sia delle perdite dei cari che non ce la fanno a superare la malattia portata dal coronavirus, sia un grande impedimento a star loro vicino e in ultimo a poter svolgere un commiato in tutte le sue, se pur dolorosissime assolutamente fondamentali, fasi.
Dovendo rimanere isolati non possiamo accompagnare i nostri cari sofferenti all’ospedale, spesso non è possibile comunicare con loro. La terribile notizia della morte arriva per telefono, senza un gesto o uno sguardo di compassione, frettolosamente. Vestizione, veglia e funerali sono impediti. Rimane tutto in sospeso, nello sgomento dell’attesa di poter svolgere un commiato degno e accorato.
Le nostre emozioni
Come?
Innanzitutto rendendoci conto delle emozioni che insorgono, come rabbia, senso d’impotenza, sensi di colpa, confusione, angoscia, grande afflizione. Rendercene conto significa darci tempo e modo di ascoltarle, chiedere aiuto a familiari, amici, parroci o professionisti affinché ci aiutino a definirle, circoscriverle, attenuarle e incanalarle gradualmente e in modo costruttivo.
Questo ci aiuterà ad accompagnare anche i nostri bambini, che se pur riescano naturalmente a trasformare gli avvenimenti con la loro innocenza e la grande dimestichezza con le immagini, le metafore, la creatività, hanno bisogno di essere seguiti e guidati in un percorso significativo della perdita, per metabolizzarla e superarla.
Cosa possiamo fare?
Il Dott. Primo Gelati, psicologo psicoterapeuta, psiconcologo ed esperto nel campo del lutto, suggerisce con forza e sapienza di non rinunciare, in questa situazione di impedimenti, a tutti i piccoli rituali risanatori che possiamo creare anche all’interno delle mura di casa, con i familiari, adulti e bambini.
- In particolare può rivelarsi molto utile, utilizzare il racconto, verbale, scritto o grafico, di tutto ciò che rappresenta la persona cara ammalata e ricoverata o perduta.
- Possiamo ad esempio ‘raccontarla’ in tutti quei passi o situazioni attraverso cui l’abbiamo conosciuta e amata.
- Possiamo unire le fotografie che conserviamo e creare un percorso visivo, e magari commentato, della sua vita e dell’unione con la nostra.
- Possiamo chiedere a figli, nipoti di utilizzare artisticamente il disegno, i colori per dare forma ai pensieri e alle emozioni difficili.
- Possiamo inoltre costruire altari dedicati, anche minuti, con oggetti simbolici, ricavando uno spazio affettivo e pregare, a nostro modo, anche solo con la piena presenza ed energia del cuore; un cuore sofferente, bastonato ma vivido nella comunione profonda.
Il lutto in una fase di stravolgimento sociale
Starci vicino in queste giornate surreali e per molti estremamente tristi, non solo ci supporta e consola, ma ci ricorda e ci imprime nel petto che l’essere umano è vivo grazie alla convivenza con tutti i suoi simili e alla presenza nelle sue radici di un miracoloso e sempiterno senso di solidarietà. Accingiamoci dunque con animo e umiltà alla sfida che ora ci viene chiesta e attendiamo con forza e sapienza che questa emergenza devastante si riassorba, per poter proseguire in modo adeguato ed esaustivo il nostro naturale e necessario percorso rielaborativo del lutto; per tornare a vivere una salutare quotidianità, marchiata dalle inevitabili nuove cicatrici ma anche rigenerata da una più ampia e umana identità.
Non dimentichiamo infine le parole illuminanti di Sant'Agostino:
“Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano, ma sono ovunque noi siamo”.
Ricordo che Emanuela rimane a disposizione di chi ne avesse necessità.
La dottoressa Bellini si è resa disponibile ad effettuare un primo colloquio gratuito, a distanza, con le famiglie che ne faranno richiesta.
Per prendere contatti: belliniemanuelapsicologa@gmail.com
Grazie a tutti, a presto.
Contatti
Email: simonericco.psi@gmail.com
Website: http://www.psicologiaperlinfanzia.it/
Phone: 333 68 58 096
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