Le ceramiche di Capodimonte
una ceramica italiana
Capodimonte (NAPOLI)
Fino alla fine del XVI secolo era un piccolo casale collinare mal collegato al centro di Napoli, molto simile per la semplice urbanistica e per la prevalenza del settore agricolo nell'occupazione agli altri casali circostanti: Miano, Secondigliano, Scampia, Chiaiano, Marano, Casavatore.
Già un passo avanti nella storia del casale lo abbiamo nel 1575, con la fondazione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Capodimonte e con l'inizio di uno sviluppo urbanistico ancora non invasivo, formato da ville e cascine nobiliari che caratterizzeranno la zona specie nell'Ottocento.
Nel Settecento con la costruzione e lo sviluppo della Reggia di Capodimonte e del bosco che la circonda e nell'Ottocento con la costruzione di via Capodimonte, del ponte della Sanità e del Serbatoio idrico sovrastante il vallone dei Gerolomini, il borgo si "avvicinava" a Napoli. In quest'ultimo secolo avviene il boom di costruzioni di ville che ancora oggi mostrano la loro nobile magnificenza.
Dopo l'unità d'Italia mentre la Reggia e le ville circostanti continuavano a essere crocevia di nobili, Capodimonte continuava a conservare il suo aspetto di piccolo casale rurale, pur facendo parte del Comune di Napoli. Negli anni trenta sulla collina dei Colli Aminei fu edificato il Seminario Arcivescovile di Napoli, progettato dall'ingegner Tirone, per interessamento del cardinale Alessio Ascalesi, che lo inaugurò il 29 giugno 1934.
Subito dopo la Seconda guerra mondiale, Capodimonte si espanse verso nord, con la costruzione del rione Lieti. Alla fine degli anni sessanta, la frenetica espansione edilizia dei colli Aminei nella zona occidentale della collina snaturò, per fortuna solo parzialmente viste le impervie caratteristiche del territorio, gli equilibri ambientali e paesaggistici di Capodimonte che, nonostante la forte espansione edilizia, conserva ancora oggi una notevole superficie boschiva, attualmente tutelata e ben conservata, che circonda i caseggiati di Porta Piccola e Porta Grande, sorti appunto attorno le due porte di accesso alla Reggia.